PRATO DELLA VALLE PRIMA DELLA TRASFORMAZIONE VOLUTA DA ANDREA MEMMO NEL 1767
La città, in seguito all'invasione longobarda del VI secolo, abbandonata a lungo anche dal vescovo, si ridusse all'area più centrale specialmente dopo le pesanti distruzioni dovute all'invasione degli ungari del IX secolo.
Il Prato si ritrovò così ai margini della città.
Il monastero e gli altri edifici giustinianei furono il presidio che si oppose al totale abbandono dell'area del Prato.
Qui, infatti, a partire dal primitivo sacello, fu realizzata nel corso del VI secolo la prima basilica di Santa Giustina per iniziativa del patrizio Opilione.
Nel 589 una serie di spaventose alluvioni sconvolsero l'assetto idrografico di molti fiumi della pianura padana.
Il Brenta modificò il suo corso spostandosi a nord del centro urbano e il suo alveo dentro la città viene occupato delle acque del Bacchiglione (l'antico Edrone).
A seguito di questo periodo di disordine idrografico l'area del Prato si trasformò in una zona acquitrinosa e paludosa piena di zanzare.
Nel 970 il vescovo Gauslino visitando la basilica e la zona del Prato la descrisse come desolata e abbandonata; promosse, quindi, la costruzione di un monastero che fu dotato di cospicui possedimenti tra cui l'intera area di Prato della Valle.
In realtà il Prato era considerato appartenente a Santa Giustina almeno dal VII secolo e perciò il vescovo ratificò semplicemente una situazione ormai consolidata.
Dalla metà dell'XI secolo, contestualmente ad una rinascita di tutta la città, si tornarono ed effettuare mercati in Prato della Valle; a quest'epoca infatti risale l'uso del termine Pratum per quest'area come indicativo di luogo commerciale.
Numerose controversie legali videro fronteggiarsi la città e il monastero sui diritti legati ai mercati ed alle fiere da tenersi in Prato; fondamentale in tal senso fu il "placito" del 1077 in cui il vescovo Ulderico confermò ai monaci di Santa Giustina la proprietà del Prato riservandosi però il diritto di usare i resti del teatro romano ancora presenti sull'area come cava di pietra.
Nel 1117 un violento terremoto distrusse la prima basilica di Santa Giustina che venne ricostruita, attorno al 1123, per iniziativa dell'abate Benzone usando forme romaniche.
A partire dal XII secolo sono documentati vari spettacoli e giochi svolti in Prato come “l'uomo selvatico” e “i castelli d'amore” oltre a sacre rappresentazioni della Passione e della Resurrezione.
Dal 1257 si svolgono in Prato anche corse di cavalli a ricordo della liberazione dalla tirannia di Ezzelino III da Romano.
Questi utilizzi furono permessi da alcuni interventi di parziale bonifica del Prato svoltisi nell'XI secolo; nel 1310 un più vasto intervento di sistemazione dell'area di Prato della Valle fu operato sotto la guida di Fra Giovanni Eremitano.
Il 7 ottobre 1399 si concluse in Prato una grandiosa processione, detta dei "Bianchi”, che per 9 giorni attraversò tutta la città chiedendo pace per il secolo seguente.
Tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo fu realizzato il Maglio Carrarese (la forgeria cittadina) in prossimità del Prato.
Questo edificio, usando l'acqua dei canali più prossimi al Prato, insieme allo sbarramento determinato da vari mulini fu alla base di nuove frequenti alluvioni che coinvolsero l'area nei secoli successivi.
Nel corso del Quattrocento venne realizzato, all'angolo nord del Prato, un imponente edificio porticato su tre arcate come residenza padovana del cardinale Bessarione (oggi noto come palazzo Angeli).
Il Prato, seppur gravato da una sfavorevole condizione idrografica, continuò a mantenere la sua vocazione consolidata di luogo di mercato, di spettacolo popolare e di devozione religiosa.
Nel 1434 il banchiere fiorentino Palla Strozzi, esiliato da Firenze, si stabilì a Padova facendosi costruire in Prato un palazzo che importò per primo il linguaggio architettonico del Rinascimento in città.
Sempre nei primi decenni del XV secolo fu ampliato considerevolmente il monastero di Santa Giustina.
Durante una giostra del 1466 venne esibito in Prato il gigantesco cavallo ligneo (oggi collocato a Palazzo della Ragione) fatto costruire da Annibale Capodilista sul modello del monumento equestre al Gattamelata eseguito da Donatello durante il suo soggiorno a Padova.
Nel 1498 si iniziò la demolizione della basilica romanica di Santa Giustina per erigere la nuova ed attuale chiesa rinascimentale.
Il 15 aprile 1532 il rivoluzionario riformato tirolese Michael Gaismair, sotto protezione della Repubblica di Venezia fu assassinato in Prato della Valle.
Su progetto di Andrea Moroni, già architetto della nuova basilica, nel 1556-1557 si costruì palazzo Zacco al Prà (oggi Circolo ufficiali di presidio).
Nel 1539 e nel 1580 gravi esondazioni portarono a nuovi impaludamenti del Prato.
A partire dal 1521 si avviò il cantiere di Palazzo Grimani su progetto del Rusconi e del Contin.
A partire dal 1608 venne realizzato il collegio universitario Da Mula, al centro del lato est del Prato.
Questo edificio, dopo essere divenuto un'abitazione privata, andò distrutto in un incendio del 1821.
Sempre nel 1608 la fiera del Santo fu trasferita dalla piazza antistante la basilica antoniana verso il Prato per esigenza di uno spazio maggiore.
Durante tutto il XVII e XVIII secolo si ripeterono inondazioni del Prato che non trovarono soluzione definitiva.
Nel 1766 si svolsero in Prato le prime corse con le bighe (le cosiddette Padovanelle, antenate dei moderni sulky per la corsa al trotto) che continuarono fino al XX secolo.
(dal web)
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